Pastore, l'ERP e il TUAC

Pastore fu il protagonista della "scelta occidentale" del nuovo sindacato, stabilendo rapporti con il mondo americano e aprendosi così ad una prospettiva internazionale che andava caratterizzando il nuovo "mondo occidentale", fatto di istituzioni politico-economiche, di organizzazioni internazionali non governative, ma anche di aggregazioni politico-militari.

La prospettiva internazionale del sindacato si doveva indirizzare a promuovere l'unificazione dei mercati, oltre a quella politica degli stati, e alla piena liberalizzazione del commercio mondiale. Particolarmente significativo per il sindacato fu l'avvio del piano Marshall per finanziare la ricostruzione europea. Per Pastore, il piano Marshall consentiva di chiarire l'orientamento complessivo della CGIL nei confronti della situazione sociale ed economica italiana e di superare le reticenze di Giuseppe Di Vittorio. La decisione di Di Vittorio di non partecipare alla conferenza intersindacale di Londra del marzo 1948 fu ampiamente criticata dall'ala cattolica della Confederazione che vedeva questo come un segno di appiattimento del sindacato sulle posizioni del PCI ma anche e soprattutto come un’occasione perduta per affermare ancora una volta nel piano della ricostruzione  europea le esigenze economiche e sociali dei lavoratori italiani.

Nel suo discorso alla conferenza di Londra, Pastore ribadì che «il nostro paese, ed in modo particolare i lavoratori, considerano il piano come un elemento essenziale per la soluzione dei problemi lasciati in eredità dalla guerra [...] La delegazione rende omaggio allo sforzo che i lavoratori americani compiono a favore dei loro fratelli d'Europa» e chiese soprattutto che il piano si realizzasse «con un'effettiva collaborazione delle organizzazioni sindacali operaie».

Anche la deliberazione conclusiva della conferenza insisteva su questo punto e da questo cominciava ad emergere un modello di sindacato attento a porre le proprie istanze sui problemi di indirizzo politico-economico generale, in un quadro di compatibilità con le esigenze generali del sistema. In quest'ottica, si decise perciò di costituire un Comitato consultivo sindacale permanente per l'European Recovery Programme (l'ERP), il Trade Union Advisory Committee (TUAC) e Pastore stesso venne eletto membro del TUAC agli inizi del 1948 ottenendo un'importante continuità di contatti a livello internazionale. Si apriva un nuovo orizzonte di influenza del movimento sindacale, che poteva chiedere di partecipare assieme ai governi e alle forze impredintoriali ad un livello inedito e promettente di regolazione economica e sociale internazionale. Dopo la scissione con la CGIL, Pastore venne nominato segretario generale della Libera confederazione generale italiana dei lavoratori (LCGIL), costituita il 16 ottobre 1948 come sindacato libero e autonomo, e prese parte al processo di fondazione della confederazione mondiale che nacque nel novembre 1949, la International confederation of free trade unions (ICFTU).